I Battiti dell’Acquedotto Felice. Festival di Cinema Musica e Cultura al Mandrione 14 – 23 luglio 2023
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L’Associazione Battiti! presenta
I BATTITI DELL’ACQUEDOTTO FELICE.
FESTIVAL DI CINEMA MUSICA E CULTURA AL MANDRIONE
Prima Edizione, Roma, 14 – 23 Luglio 2023
La manifestazione si articola in una serie di attività culturali e artistiche ad ampio respiro, tra cui concerti, proiezioni cinematografiche per grandi e piccini, passeggiate sotto le stelle e visite guidate in bicicletta, aperitivi letterari, dialoghi sull’arte contemporanea, in un luogo tra i più suggestivi e meno conosciuti della città, racchiuso intimamente fra gli Acquedotti romani e i binari delle Ferrovie.
L’evento è realizzato con il contributo del Municipio Roma VII e del Parco Regionale dell’Appia Antica, in collaborazione con il Comitato di Quartiere Casilina Vecchia \ Mandrione, Blue Room libreria & caffè letterario, Associazione culturale Bianco e Nero, Collettivo MUTA animation.
Teatro dell’evento sono il Giardino Recuperato in Via Casilina Vecchia (dopo il civico 124) e Via del Mandrione, scenografia unica nel panorama urbano della città, luoghi sospesi fra antico e moderno.
IMPORTANTE:
La viabilità di Via del Mandrione e di Via Casilina Vecchia è problematica, perciò si consiglia di raggiungere i luoghi del Festival a piedi o con mezzi pubblici (Metro C Piazza Lodi o Pigneto, trenino bianco e giallo per Centocelle fermata Villini). La disponibilità di parcheggio è limitata a Via Assisi (rampa pedonale che conduce a via del Mandrione) e alle vie attorno a Piazza Lodi. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. L’arena non dispone di sedute, per cui si invitano i partecipanti a portare le proprie.
CONTATTI
Mauro D’Alessandro 348 3350898 battitiscuola@gmail.com
FB battitiscuola / IG battiti_scuola
CdQ Casilina Vecchia Mandrione comitatocvm@gmail.com
IG comitato_mandrione
Via del Mandrione resta chiusa al traffico, il municipio rivendica la scelta
Via del Mandrione resta chiusa al traffico, il municipio rivendica la scelta
La strada era stata interdetta nel 2018 a causa di un cedimento. Di Giacomo: “Non vogliamo che sia più un’arteria di attraversamento, puntiamo invece a riqualificarla”
Chiusa nel 2018 per il rischio di una voragine, via del Mandrione resta tutt’ora interdetta alla circolazione veicolare che non sia quella dei residenti. Questa volta però, fanno sapere dal municipio VII, non perché i lavori previsti non siano stati realizzati. Ma perché, nel frattempo, è maturata l’intenzione di valorizzare quella strada.
La decisione del municipio
“Non può più essere una strada carrabile a scorrimento veloce, com’era in passato, perché via del Mandrione è inserita in un’area d’importanza archeologica che va preservata e rilanciata” ha spiegato l’assessora ai lavori pubblici del municipio VII Antonella Di Giacomo “i lavori che ne avevano causato la chiusura sono terminati, però è stata una scelta nostra quella di non riaprirla al transito veicolare”.
Perchè era stata chiusa
Per circa tre anni via del Mandrione, tra il 2018 ed il 2021, è rimasta in attesa dell’avvio degli interventi finalizzati a superare il “rischio voragini”. La decisione di transennare l’accesso, all’altezza di Porta Furba, era maturata per “il cedimento del solaio di una cavità presente sotto la strada” aveva spiegato l’allora assessore municipale Salvatore Vivace. Successive indagini, mostrarono l’esistenza di un vasto sistema caveale che, conseguentemente, ha reso necessario un intervento non gestibile con le sole risorse dell’ente di prossimità. La strada, inizialmente chiusa per decisione dei dipartimenti e della polizia locale, rimane oggi off limits per decisione del municipio.
I fondi per la valorizzazione
“C’è un progetto di rilancio già finanziato con 7 milioni di euro – ha fatto sapere l’assessora Di Giacomo – prevede delle pedonalizzazioni e dei percorsi ciclabili. Al momento il progetto non è ancora partito perché occorre prima risolvere un problema fognario, legato allo smaltimento delle acque chiare. Risolto quello, possiamo partire con la valorizzazione della strada che, ripero, è inserita in un contesto di pregio”per la presenza dell’Acquedotto Felice. E proprio dall’antico Acquedotto il municipio ha recentemente provveduto alla demolizione di un manufatto abusivo, un’abitazione, ed alla bonifica della vicina area verde, utilizzata come discarica.
Dalle baracche alla riqualificazione
“Sono stati rimossi circa 30 tonnellate di rifiuti che si erano accumulati nei decenni” ha spiegato l’assessora all’ambiente Estella Marino “finito l’intervento di bonifica, d’accordo con la Sovrintendenza capitolina, abbiamo temporaneamente murato le due arcate per evitare occupazioni e nuovi sversamenti, ma è intenzione del municipi realizzare un passaggio pedonale che consenta l’attraversamento in sicurezza della strada. E’ un punto diverso da quello che è stato interdetto alla circolazione, ma s’inserisce sempre nell’intenzione, dell’ente di prossimità, di valorizzare una strada che, nel dopoguerra, ospitava una diffusa baraccopoli.
L’intenzione di rilanciare la via era stata già promessa dalla precedente amministrazione, che aveva dichiarato la volontà di farne “un’infrastruttura turistico culturale” con alberi, piazzette e ciclabili. In uno spazio del genere, le auto che non siano dei soli residenti, non troveranno posto. Ed è per questo che, all’ingresso da Porta Furba, restano le transenne.
Assemblea annuale domenica 25 giugno
NOI CI Siamo””Casilina Vecchia Mandrione
LIBERIAMO LA VIA LATINA
Parco che accoglie al Mandrione
Il murale di Zamoc al 30Formiche
Il murale di Zamoc al 30Formiche
Valentina Francese, CdQ Casilina Vecchia Mandrione.
Febbraio 2022
Per noi che percorriamo la via Casilina da Porta Maggiore per tornare a casa, c’è una bella novità. Uscendo dall’adiacente quartiere Pigneto, dove la consolare si apre e lo sguardo segue l’andamento della ferrovia, spicca il palazzetto che si staglia contro il cielo e la prospettiva creata dai binari.
Foto M. Biglieri CdQ Casilina Vecchia Mandrione
La parete dell’intero palazzo è stata appena dipinta da Luca Zanni, in arte Zamoc, artista modenese classe 1986 proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Milano, che nella sua carriera si è occupato di grafica, illustrazione, fumetti e street art. A Roma aveva già realizzato la sua “Lupa Blu”, al Pigneto, opera promossa da Netflix per l’uscita della serie TV “Suburra”, oggi rimossa.
Il murale misura 170 metri quadri, è stato dipinto tra dicembre 2021 e gennaio 2022, si intitola “Il suono del tempo”, ed è frutto di un progetto di 30Formiche Aps, associazione culturale Arci Roma. Il murale, che sarà inaugurato nelle prossime settimane, decora la facciata del palazzo che ospita la sede dell’associazione. La realizzazione dell’opera è stata la fase conclusiva del “Laboratorio di Street Art: Dalla teoria alla prassi”, finanziato con fondi della Regione Lazio.
Leggiamo il murale attraverso i tre livelli alla base dell’ispirazione dell’opera: su uno sfondo metafisico che ricorda una delle “Piazze d’Italia” di Giorgio De Chirico, si staglia la sagoma gigantesca del Torso Belvedere, sopra la quale esplodono frammenti di specchi.
L’artista Luca Zamoc con Giuseppe Giannetti del 30Formiche Aps
Foto V. Francese CdQ Casilina Vecchia Mandrione
“Quando ho visto questo muro, su un palazzo anni ’20, sulla prospettiva data dalle due ferrovie, la strada e l’acquedotto, con quel pino marittimo in fondo e nient’altro attorno, ho pensato subito ai quadri metafisici di De Chirico”, spiega Zamoc. “Ho voluto omaggiarlo donandogli qualcosa di più personale e con più dinamismo. Ho scelto il Torso Belvedere non solo perché è una delle mie statue preferite, molto amata da Michelangelo e dallo stesso De Chirico, è anche una statua incompiuta che mi fa pensare a Roma. Quando vengo in questa città ho come la sensazione di un urto forte con il nostro passato e la nostra storia, osservo come si convive con tutto questo”.
Lavoro in corso: Luca Zamoc sulla gru. Foto M. Biglieri CdQ Casilina Vecchia Mandrione
“Il murale si intitola Il suono del tempo perché vorrei che il muro suonasse come si suona musica al Trenta Formiche, e citando la metafisica e l’arte antica mi piaceva creare una rottura con il carattere underground del circolo.
Quanto allo specchio infranto: lo specchio è l’oggetto con cui ci interfacciamo nel nostro presente, ci riporta quotidianamente ciò che siamo oggi e si infrange contro il senso di eternità dato dal Torso Belvedere. Ho modificato alcuni dettagli in corso d’opera: quando ho visto il quartiere, il Mandrione, mi è esplosa la testa: come a Istanbul, la città contemporanea si è mangiata la città antica, l’urbanistica pazza si arrampica come l’edera su una quercia. Quindi al posto del palazzo in basso, sulla destra del murale, ora ci sono le arcate dell’acquedotto, una variazione rispetto al progetto originale che mi è servita per comunicare con il territorio qui attorno”.
Un dettaglio colpisce i residenti: gli specchi infranti sembrano anche una citazione di una delle opere del maestro Alfredo Pirri, che vive qui al Mandrione – Torpignattara, il pavimento di specchi infranti di Passi.
Foto M. Biglieri CdQ Casilina Vecchia Mandrione
Questo Zamoc non lo sapeva, quando ha progettato il suo muro, ed è una coincidenza speciale che rende Il suono del tempo ancor più integrato nell’ambiente in cui si trova.
Per chi è curioso:
Giorgio De Chirico, Piazza d’Italia, Torso Belvedere, Musei Vaticani, foto da internet
Alfredo Pirri, “Passi” ora al Chiostro del Bramante, Roma.