I RICCI DEL MANDRIONE

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I ricci del Mandrione sono al sicuro ma noi un po’  meno.
Quest’estate nel nostro giardino per la prima volta sono arrivati i ricci. Una famigliola di cinque individui, due grandi e tre piccoli. Se ne sono accorti i vicini di casa, che abitano al piano superiore della nostra casetta tra via del Mandrione e via Casilina Vecchia. Si mostrano solo la notte emettendo strani versi, hanno la tana sotto alle piante di pomodoro. Di giorno il giardino, con i suoi alberi di limone, le rose, i cespugli di more e la lantana, è dimora di cornacchie e passerotti. Sopra l’acquedotto lungo via Casilina Vecchia, invece, vivono una famiglia di falchetti, mentre le colombe bianche hanno scelto gli archi che insistono su via del Mandrione. Sono fortunata. Vivo in un piccolo quartiere
caratteristico, un borgo fatto di case basse dai colori tenui, stretto tra la campagna romana che circonda la Stazione Tuscolana e quel monumento elegante e discreto che è l’Acquedotto Felice. Ho un giardino, come molti miei vicini, con un orto, eppure sono a due passi dal centro di Roma. Posso fare una passeggiata e raggiungere le basiliche di Santa
Croce in Gerusalemme o di San Giovanni in una ventina di minuti. La domenica posso prendere la bicicletta e pedalare lungo via del Mandrione, che ancora tra i fornici porta le tracce della baraccopoli fatta sgombrare dal sindaco Petroselli,e raggiungere in breve tempo la Torre del Fiscale, il Parco degli Acquedotti, le Tombe Latine, la Caffarella, la fonte
dell’Acqua Egeria, l’Appia Antica. Incontro gruppi di turisti o escursionisti che ammirano estasiati l’acquedotto tanto ben conservato e i murales degli artisti della street art. Posso anche andare a fare shopping al nuovo centro commerciale su via Appia, ci arrivo in un quarto d’ora a piedi se passo sotto l’arco del passaggio segreto di via Assisi.
Eppure, questo piccolo quartiere che tanto amo e che tanto ha da offrirmi, è pieno di contraddizioni.
Devo stare molto attenta quando attraverso i ponti su via Casilina Vecchia per raggiungere piazza Lodi e poi San Giovanni, perché devo subire gli improperi degli automobilisti che sono costretti a rallentare per farmi passare e,soprattutto, rischio di essere investita.
Superato infatti il “terreno”, un’area di abusi edilizi che il nostro Comitato di Quartiere Casilina Vecchia / Mandrione ha riqualificato negli anni ricavandone un piccolo parcheggio, un giardino con orto, alberi da frutta, giochi per i bambini,un bel barbecue, panchine, pergolati, e persino un’area cani, diventa tutto difficile: spariscono i marciapiedi e i
parapedonali, non c’è più posto per le passeggiate. Lo stesso accade quando, assieme alla mia vicina di casa che ha due bambini piccoli, uno sul passeggino e l’altro per mano, raggiungo il passaggio segreto su via del Mandrione per andare verso la Tuscolana e l’Appia. La mattina, durante l’ora di punta, le cose peggiorano moltissimo, visto che l’intero
percorso di via del Mandrione, dalla Fontana Bella fino a via Casilina Vecchia e Piazza Lodi, viene usato come tragitto alternativo e senza semafori alle vie Casilina e Tuscolana dagli automobilisti che si incolonnano nello smog e nel traffico. Andare a piedi è impossibile, pericoloso per noi e per i bambini. Non ci fanno passare. Ma non ci sono molte alternative, si tratta di strade strette, incuneate tra i binari del treno e l’acquedotto, dove i mezzi pubblici non possono circolare. Bisogna stare anche attenti a dove si cammina: alcune case su via del Mandrione non sono ancora collegate alla rete fognaria e talvolta tubi misteriosi escono dai portoni per andare a finire nei tombini più vicini. Pochi passi più in là scopriamo giorno dopo giorno cosa sta succedendo al nostro bel monumento: sotto i fornici dell’Acquedotto Felice a volte qualche disperato torna a dormire, oppure qualche incivile decide di scaricare la sua immondizia.
Mi chiedo ogni giorno come sia ancora possibile vivere con queste contraddizioni.
Sarebbero sufficienti una regolamentazione della viabilità, un marciapiede, dei paletti, sbarre o reti a protezione degli archi. Questa zona di Roma, un tempo malfamata, oggi è parte di un itinerario nel verde, la nostra “Via dell’Acqua”, di evidente interesse storico, artistico e sociale.Il nostro Comitato di Quartiere si sta muovendo anche su questo fronte, non finiremo mai di pulire l’acquedotto, di scrivere lettere al Municipio, di invitare gli assessori, di denunciare.Il nostro è un quartiere speciale, in grande trasformazione, profondamente amato dai cittadini che lo vivono. Vogliamo che il recupero effettuato nella nostra area verde diventi un modello per l’intera zona, vogliamo poter camminare,
spingere i passeggini dei bambini e i nostri carrelli della spesa, andare in bicicletta e poi riunirci come sempre in assemblea, al terreno, aprire un panettone insieme, brindare per gli auguri di Natale, tornare a casa e vedere se i ricci sono ancora lì.
Valentina Francese

I RICCI DEL MANDRIONEultima modifica: 2016-12-15T22:09:27+01:00da mandrione1
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